Storia

Al 1461 risale l’edificazione della prima biblioteca del Monastero (attuale sala conferenze), la cui esistenza sotto la Regola di san Benedetto è documentata fin dal 971. La cultura rappresentata dalla prima raccolta libraria riguardava in prevalenza le scienze sacre ed era strettamente finalizzata alla lectio divina monastica, come attesta un inventario iniziato nel 1453. Il patrimonio librario era alimentato dalla presenza di uno scriptorium e di una scuola di miniatura all’interno del monastero, ma era anche incrementato da donazioni di professori dell’Ateneo patavino e di celebri umanisti come il fiorentino Palla Strozzi, in esilio a Padova. L’accrescersi della raccolta nei secoli successivi portò alla realizzazione di una nuova monumentale biblioteca nel 1697, ricca di opere preziose: 80.000 volumi a stampa, 267 manoscritti e una raccolta di incisioni dei più grandi maestri della pittura. Definita dal poeta Apostolo Zeno “la più bella e pregevole libreria d’Italia (…), tesoro inesausto di cose rarissime e singolari”, questa biblioteca conobbe illustri visitatori come i papi Pio VI e Pio VII, il re di Napoli Ferdinando IV, l’imperatore d’Austria Leopoldo II e molti altri, per essere poi smantellata e dispersa con le soppressioni napoleoniche (1810). Un secolo dopo, con la rinascita del cenobio (1919), i monaci ricostituirono ex-novo la biblioteca, che venne solennemente inaugurata il 26 aprile 1958 alla presenza delle autorità civili e religiose. La nuova biblioteca è costituita da un ampio salone monumentale cinquecentesco, scelto come sala di lettura, da due sale destinate alla collezione dei periodici e da quattro magazzini librari, l’ultimo dei quali di recentissima acquisizione (2022).